Una bevanda che amo bere in tutte le stagioni è il tè…adoro il tè!
Elogio al tè è il titolo di questa mia piccola incisione (19x43cm) che rappresenta una donna giapponese.
E’ realizzata con una matrice in plexiglass stampata con inchiostro blu su carta giapponese e inserti in collage.
Elogio al tè è il titolo di questa mia piccola incisione (19x43cm) che rappresenta una donna giapponese.
E’ realizzata con una matrice in plexiglass stampata con inchiostro blu su carta giapponese e inserti in collage.
Lo stesso soggetto l’ho ripreso per realizzare altre stampe più grandi, la matrice è in plexiglass, inchiostrata in bruno seppia e rosso.
Amo le acconciature delle GEISHE e anche i Kimono giapponesi con i loro colori sgargianti.
Per ornare questa ed altre stampe in vari luoghi dove sono state esposte, ho creato una sorta di “installazione”con OMIKUJI creati da me…altra cosa tipicamente orientale che mi piace moltissimo perchè sono molto belli esteticamente!!!
Per chi non lo sapesse gli Omikuji sono pezzi di carta sui quali è predetto il futuro e che si vendono all’entrata dei templi shintoisti o buddisti.
Se la predizione dell’Omikuji è buona si lascia il foglietto nel tempio oppure si porta con se come talismano fino a quando la profezia non si realizza. Se invece la predizione è negativa è preferibile annodarlo ai rami di un albero o ad una particolare struttura creata appositamente per questo motivo vicino ad un luogo santo così da permettere agli spiriti divini di esorcizzarlo in modo da evitare che si realizzi. Tradizionalmente si usa comprare gli Omikuji durante le festività per l’anno nuovo, per farsi un’idea di come sarà l’anno appena iniziato.
Per ornare questa ed altre stampe in vari luoghi dove sono state esposte, ho creato una sorta di “installazione”con OMIKUJI creati da me…altra cosa tipicamente orientale che mi piace moltissimo perchè sono molto belli esteticamente!!!
Per chi non lo sapesse gli Omikuji sono pezzi di carta sui quali è predetto il futuro e che si vendono all’entrata dei templi shintoisti o buddisti.
Se la predizione dell’Omikuji è buona si lascia il foglietto nel tempio oppure si porta con se come talismano fino a quando la profezia non si realizza. Se invece la predizione è negativa è preferibile annodarlo ai rami di un albero o ad una particolare struttura creata appositamente per questo motivo vicino ad un luogo santo così da permettere agli spiriti divini di esorcizzarlo in modo da evitare che si realizzi. Tradizionalmente si usa comprare gli Omikuji durante le festività per l’anno nuovo, per farsi un’idea di come sarà l’anno appena iniziato.
Omikuji
Anche queste meravigliose ciotole celebrano il mio amore per la calda bevanda orientale.
Sono inserite armoniosamente nell’arredamento della mia casa, e sono state realizzate da mio padre di cui vado particolarmente fiera.
Luigi Bello è un artista 83enne che si è avvicinato alla cultura orientale nell’ultimo ventennio dando una veste monocromatica ai suoi quadri e inserendo materiali presi alla natura. “…oggi l’arte vuole avvicinarsi alla verità, alla terra, ai materiali naturali, per comprendere la loro esistenza e prendere coscienza che la terra è il ventre da cui tutti noi veniamo e di cui tutti ci nutriamo” così ama scrivere di sè.
Ed è manipolando e cuocendo la terra con l’antica tecnica RAKU che sono state realizzate queste ciotole, pezzi unici di pregevole valore!!!
LA LEGGENDA DEL TE’
Un’antica leggenda cinese narra che tanto tempo fa, un imperatore di nome
Shan Nong, amante della scienza e dell’arte, pubblicò un avviso, in cui raccomandava come buona norma igienica, di bollire l’acqua prima di utilizzarla da bere. Durante una visita, l’imperatore osservò un domestico intento a riscaldare l’acqua destinata alla sua corte.
Casualmente, durante questa operazione, caddero dentro la pentola dove bolliva l’acqua alcune foglie secche da una pianta vicina. L’acqua si colorò improvvisamente di un colore ambrato che attirò l’attenzione del sovrano. Da vero scienziato, l’imperatore s’incuriosì del fenomeno, si avvicinò e chiese di poter assaggiare l’infuso. Bastò un solo sorso della squisita bevanda per convincere Shan Nong della bontà e delle proprietà dissetanti di quello che da quel momento diventò l’infuso più apprezzato presso la sua corte.
Un po’ di storia
In Giappone il tè, in particolare quello verde, è una bevanda diffusissima, importata dalla Cina da un monaco buddista.
Il consumo di questa bevanda si diffuse grazie alla “Cerimonia del tè”, una particolare forma di intrattenimento per gli ospiti.
La cerimonia prevede un ambiente silenzioso per permettere concentrazione e liberarsi dai legami della vita mondana.
Ogni momento di questa cerimonia ha un’importanza particolare e anche gli oggetti sono scelti con la massima cura.
Grazie alla nascita di questo rito si svilupparono molte forme di espressione artistiche, dall’architettura alla calligrafia, dalla pittura alla ceramica.
Le ceramiche finissime cinesi furono sostituite con quelle apparentemente semplici e rustiche in ceramica raku (che significa “comodo”, “piacevole”) che nella loro semplicità e povertà incarnavano l’ideale estetico di quel tempo.
Queste ciotole realizzate ancor oggi, sono create semplicemente modellando la forma concava partendo da un pezzo di argilla.
Non esattamente rotonde, con il bordo superiore non perfettamente liscio, sono capolavori di straordinaria bellezza e molte di loro sono conservate in musei.
Il tè verde, per la “Cerimonia del tè”, è composto da un infuso molto denso fatto con foglie finemente polverizzate ed è ricco di teina. Quello invece normalmente bevuto alla fine dei pasti e in qualsiasi altro momento della giornata è più leggero, ha un basso contenuto di teina e ha note proprietà terapeutiche.
E ora se amate anche voi il tè, visto che fuori fa ancora un po’ freddino, non vi resta che assaporarlo ascoltando una musica rilassante dimenticando il mondo esterno, sperimentando una profonda calma interiore.
ciotole e teiera di Luigi Bello
The drawings are so beautiful. I love them. And the rustic ceramics look wonderful. Now, if I only spoke Italian….