Ero in cerca delle didascalie…-come dici?- mi chiederete. Si si, cercavo le classiche didascalie che di solito sono vicino alle opere d’arte!!!
Ma pare invece, se non ho capito male, che il curatore della biennale di quest’anno abbia scelto di comunicare al pubblico solo il nome dell’autore e l’anno di realizzazione dell’opera esposta. Trovo che questa scelta sia adatta solo per quelle opere più tradizionali che non richiedono grandi spiegazioni. Per tutte le altre, la maggior parte installazioni, un po’ di documentazione non ci sarebbe stata poi così male. Mi è sembrato di vagare per le stanze della biennale come in casa d’altri, dove gli oggetti sono importanti solo per chi vi abita. Un che di disorientamento mi è rimasto ripensando al tema della stessa biennale che cerca di mettere in scena tensioni contemporanee e l’impegno per la giustizia coniando per l’occasione il nuovo termine “Artivismo”. Forse allora ci vorrebbe più coinvolgimento per gli spettatori meno esperti!
Senza commentare di più, mi limito con le mie foto a raccontare la mia giornata ai giardini della Biennale, le mie emozioni, sensazioni, irritazioni per qualche colore usato in eccesso o qualcosa che mi è sembrato troppo familiare perché forse già visto!
Dopo aver visitato i 29 padiglioni dei Giardini la prossima tappa sarà l’Arsenale dove mi attendono altri 31 spazi…